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Orgosolo: la città dei Murales

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Info tracciato

  • Livello : impegnativo
  • Km: 250 ca
  • Tracciato: su strada

Il primo tratto…

Il nostro viaggio inizia dal lungo rettilineo del mare che ci guida verso Bari Sardo. Il tracciato da la possibilità di percorrere una delle arterie più importanti dell’Ogliastra la ss 389. La strada in pianura è breve, non appena si esce dal paese si capisce che il percorso sarà in salita, il panorama collinare che si apre davanti a noi dopo le prime curve ci toglie ogni dubbio.

Attraversiamo Loceri e ci dirigiamo verso Lanusei passando da una strada quasi in disuso e poco trafficata ma dal manto stradale praticamente intatto. Arrivati a Lanusei svoltiamo in direzione Arzana e imbocchiamo una ripidissima strada che domina la pianura sottostante. Dalla montagna si comprende meglio la geografia del territorio. Si distingue con chiarezza il porto di Arbatax, si vedono Tortolì e altri paesi a valle come Santa maria le cui isole di fronte alla vastità del mare assumono il ruolo di piccoli scogli. Osserviamo tutto ciò mentre la strada continua a salire tra le ripide curve delle colline che fanno dell’Ogliastra uno dei territori tra i più peculiari di quest’isola.

Il percorso attraversa Villanova Strisaili e ci porta sulla vecchia 389. All’altezza del bivio per Talana dopo la località Bau Mela troviamo la strada chiusa al traffico da un cartello di divieto d’accesso, decidiamo comunque di proseguire. Alcuni bikers del gruppo conoscono la strada e ci rassicurano sul fatto che sia assolutamente sicura. L’alternativa è la nuova 389 che passa sotto il passo del Correboi e si ricongiunge alla vecchia 389 dopo diversi km all’altezza di Pratobello.

Una scelta coraggiosa

Optiamo per la vecchia via e senza rimorsi aggiriamo il cartello di divieto. Durante il tragitto capiamo di aver fatto la scelta giusta. La strada è in buono stato e anche se ci sono alcune buche il rischio di finirci dentro è ripagato dai panorami che raccontano una Sardegna lontana dalle cartoline delle incantevoli spiagge bianche. Arrivati sul crinale del passo ci godiamo la vista del cammino percorso.

Un tratto della vecchia strada statale 389

Ad ogni salita corrisponde una discesa, l’altro versante della montagna ci guida dritti alle Tombe dei Giganti di Madau, un complesso funerario monumentale di epoca nuragica. Il sito è sorprendente e dista pochi passi dalla strada principale, è facilmente accessibile e ci si può arrivare in moto se si è disposti a percorrere una stradina bianca.

Dopo una breve pausa risaliamo in sella e ci dirigiamo verso Fonni passando sopra la diga del Gavossai, poi prendiamo per Mamoiada dove c’è il museo delle Maschere Mediterranee. Tra queste grande importanza è data ai Mamuthones e Issohadores, le maschere locali.

La città dei Murales

Entriamo a Orgosolo ed in un primo momento il paese appare anonimo, non molto diverso dalle periferie di un qualsiasi piccolo villaggio di provincia, ma  ecco che addentrandoci al suo interno iniziamo a scorgere i primi murales. Ciò che colpisce oltre alla loro bellezza e alla vivacità dei colori di alcuni disegni sono le dimensioni e la varietà di tematiche, certi occupano un’intera parete. Molti parlano di tragedie, ribellioni e amori. Altri affrontano tematiche sociali come l’emancipazione femminile, l’emigrazione e la guerra, ma anche il difficile rapporto tra il potere politico e la società. Tutto ciò fa parte della tradizione murale di questo borgo.

Inizialmente i murales vennero realizzati in supporto alla rivolta di Pratobello dagli artisti anarchico libertario del Gruppo Dionisio. Successivamente fu un insegnante della scuola locale con l’aiuto di alcuni studenti a proseguire in maniera più assidua la pittura murale che vide negli anni successivi la partecipazione di numerosi artisti.

Dopo aver girato il paese in lungo e in largo e aver stretto qualche fugace amicizia decidiamo di assaporare la cucina del luogo, dopotutto si è ormai fatta ora di pranzo.

A Orgosolo non mancano certo i luoghi in cui potersi fermare per un pasto, il centro è ricco di piccoli ristoranti dediti alla cucina locale dove si possono assaporare i piatti tradizionali. Oltre ad assaggiare i  salumi locali, la salsiccia, il prosciutto, la pancetta e le buonissime olive è possibile ordinare la Patata a Perras e la Pecora in cappotto.

La vera sorpresa

La via del rientro è  la parte migliore del viaggio. Sicuri della strada possiamo goderci il tragitto assaporando voracemente paesaggi che sembrano appartenere a un continente lontano, per alcuni momenti dimenticando di essere in un’isola al centro del Mediterraneo.

I moto itinerari sono stati realizzati grazie alla collaborazione col moto club Chena Cabu che ha testato i percorsi e creato le mappe.

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